IMMAGINAZIONE

TRULLO

Il quartiere del Trullo che si trova sulla via Portuense è una borgata costruita durante il regime Fascista a partire dal 1938, a sud ovest della capitale, completamente isolata dal resto della città. Anche adesso, che la città si è espansa e sono nati nuclei abitativi come il Corviale o Casetta Mattei, il Trullo sembra appartenere ad un mondo a sé. Gli edifici hanno una tendenza razionalistica, sono bassi con abitazioni modulari: ogni elemento conserva la più rigorosa e geometrica essenzialità. Le case popolari che corrono lungo via del Trullo sono un mondo a parte, chiuso tra il Monte delle Capre e Montecucco.
Gli edifici a tre piani sono colorati da murales e poesie. Una narrazione forte, che per immagini e parole si allarga alla musica, alla pittura e al cinema. Le stradine interne che corrono fra i palazzi in parallelo all’asse di via del Trullo conducono a grandi cortili con una spiccata funzione di socialità, dove si stende il bucato, si gioca a pallone e ci si ferma a conversare. Intorno la parrocchia con l’oratorio, il teatro San Raffaele, il mercato rionale. Un paese, dove tutti si conoscono, piuttosto autosufficiente.
Una periferia tanto sul piano fisico quanto su quello mentale: qui la periferia è un sentirsi parte di un luogo a sé. Ilaria ricorda come in questo quartiere lei ha vissuto un’infanzia felice: “In questo luogo hanno giocato generazioni e generazioni e continuano ancora a giocare in maniera sempre diversa in questi spazi”, stimolando sempre la fantasia! Perché come ci ricorda Rodari, che ha a lungo percorso questi luoghi “se avessimo una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare”.

di Benedetta Carpi De Resmini